Smaltimento Rifiuti Catania

Oggi, come non mai, il tema dello smaltimento rifiuti Catania è al centro di ogni scenario politico, economico ed ambientale poiché incide notevolmente sulla qualità della nostra vita e dell’ambiente che ci circonda.

Negli ultimi trent’anni le tematiche ambientali e lo smaltimento rifiuti catania, sono stati oggetto di numerosi dibattiti volti alla risoluzione di un problema che per troppi anni l’umanità ha sottovalutato o completamente ignorato: l’ambiente e la salvaguardia delle generazioni future.

Nello specifico ci occuperemo dello smaltimento rifiuti e dei vari tipi di gestione rifiuti, considerando le normative vigenti.

Normativa Smaltimento rifiuti

La principale normativa in materia, nel panorama legislativo italiano, è rappresentata dal c.d. Codice dell’Ambiente, il Testo Unico adottato con D.L. n. 152/06, sulla scorta delle indicazioni in materia dell’Unione Europea.

In base al dettato di tale provvedimento, la gestione dei rifiuti deve ottimizzare le risorse e quindi ridurre quanto più possibile la quantità di materiale da inviare alla fase di smaltimento rifiuti che, per espressa disposizione dell’art. 182 Cod. Amb., costituisce la fase residuale del ciclo di gestione.

In particolare, in base all’art. 179 del Codice citato, i criteri di priorità da osservare nella gestione dei rifiuti rispondono ad un rigido ordine gerarchico, che contempla le seguenti attività:

  1. prevenzione;
  2. preparazione per il riutilizzo;
  3. riciclaggio
  4. recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia;
  5. smaltimento.

La prevenzione, che implica l’adozione di tecniche e sistemi mirati a contenere la produzione dei rifiuti e la promozione dello sviluppo di tecnologie pulite, mirate ad un utilizzo più razionale delle risorse (riconversione aziende produttrici, riutilizzo materiali).

Per smaltimento rifiuti, in base all’art. 183, lett. z) del Codice dell’Ambiente, deve intendersi “qualsiasi operazione diversa dal recupero, anche quando l’operazione ha come conseguenza secondaria il recupero di sostanze o di energia”.

Semplificando, il Codice individua quali attività di smaltimento il deposito sul o nel suolo (discarica), il trattamento in ambiente terrestre con biodegradazione di rifiuti liquidi o fanghi nel suolo, le iniezioni in profondità, lo scarico dei rifiuti solidi nell’ambiente idrico, il seppellimento nel sottosuolo marino e poi, ancora, trattamenti biologici o chimici che danno origine a evaporazione, essiccazione, calcinazione, incenerimento a terra o in mare e depositi permanenti.

Tenendo presenti questi concetti andiamo a vedere quali tipologie di smaltimento rifiuti vi sono.

I rifiuti sono le sostanze o gli oggetti che derivano da attività umane o da cicli naturali, di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia l’obbligo di disfarsi.

I rifiuti vengono classificati in:

  • rifiuti urbani e rifiuti speciali, secondo l’origine
  • rifiuti pericolosi e non pericolosi, secondo le caratteristiche.

Tale operazione viene effettuata attraverso l’individuazione del corretto codice CER, che avviene attraverso l’Elenco Europeo dei Rifiuti.

Smaltimento Rifiuti Speciali

La differenza tra i vari tipi di rifiuto dipende dalla provenienza: da un’abitazione o da uno stabilimento produttivo.

rifiuti urbani sono i rifiuti domestici derivanti da luoghi adibiti ad abitazioni civili e vengono gestiti dalla pubblica amministrazione sulla base di contributi fiscali.

rifiuti speciali, invece, sono i rifiuti derivanti da attività produttive di industrie e aziende, gestiti e smaltiti da aziende autorizzate allo smaltimento rifiuti catania.

Vediamo, per sommi capi, l’iter da cui passa la gestione dei rifiuti speciali:

  • raccolta e classificazione dei rifiuti speciali;
  • stoccaggio (temporaneo, se avviene nello stesso luogo di produzione dei rifiuti);
  • trasporto in appositi mezzi rigidamente certificati;
  • smaltimento.

Nella fase di raccolta i produttori di rifiuti speciali hanno l’obbligo di tenere un registro di carico e scarico dove annotare tutte le informazioni sui rifiuti, tanto a livello quantitativo (ossia il volume di rifiuti prodotti) quanto a livello qualitativo (riguardante cioè la tipologia di rifiuti prodotti).

Quando la classificazione risulta ambigua, in quanto appare difficile ricondurre un determinato rifiuto ad un processo produttivo ben preciso o ad un unico CER, è necessario effettuare la caratterizzazione, ovvero un’analisi che permette di determinarne le peculiarità, mediante la raccolta di tutte le informazioni necessarie per lo smaltimento finale, che deve avvenire in condizioni di sicurezza.

Le informazioni, per la raccolta e la classificazione, che devono essere reperite sono di tipo merceologico (origine del rifiutocoloreodorecomposizionemorfologiaconsistenza) e analitico (tendenza a generare percolato) e sono fondamentali per stabilire il codice CER.

Lo stoccaggio o deposito dei rifiuti speciali e la scelta delle aree dedicate al deposito temporaneo sono molto importanti e le stesse devono essere adeguatamente contrassegnate e delimitate, al fine di evitare ogni possibile dispersione di sostanze pericolose del rifiuto prodotto.

Una volta che il rifiuto è stato prodotto può rimanere nel luogo di produzione secondo le direttive del deposito temporaneo. A questo punto, i rifiuti devono essere smaltiti e in proposito l’azienda produttrice ha due opzioni possibili:

  1. inviare i rifiuti negli appositi impianti di recupero o smaltimento ogni 3 mesi, a prescindere dalla quantità prodotta
  2. inviare i rifiuti negli appositi impianti di recupero o smaltimento entro 1 anno dalla produzione, qualora la quantità sia inferiore a 30 metri cubi di cui al massimo 10 metri cubi di rifiuti pericolosi.

Il trasporto dei rifiuti speciali deve avvenire all’interno di appositi colli. È però doveroso distinguere quelli che sono rifiuti pericolosi secondo la normativa dei rifiuti, cioè quelli che hanno un codice CER seguito da un *, e quei rifiuti che sono pericolosi secondo il trasporto di merci pericolose ADR e che quindi sono assegnati ad uno numero ONU.

Con la fase di smaltimento, che avviene in appositi impianti a seconda della natura e della pericolosità del rifiuto, si conclude definitivamente il ciclo di vita di un rifiuto speciale pericoloso e non.

Smaltimento Rifiuti Pericolosi

Un aspetto molto importante, come detto, è l’analisi del rifiuto.

Innanzitutto perché definisce la non pericolosità o la pericolosità dello stesso e, in questo secondo caso, il tipo di pericolosità, permettendo così un’efficace gestione e un adeguato smaltimento.

rifiuti speciali non pericolosi sono quelli provenienti da attività artigianali e industriali e classificati come non pericolosi. Quali sono carta, cartone, plastica, nylon, legno, terre e rocce da scavo, toner, guaina bituminosa, alcune tipologie di rifiuti ospedalieri.

Sono, invece, rifiuti pericolosi ai sensi della decisione 2000/532/CE e del D. Lgs 152/06 i rifiuti che presentano una o più delle seguenti caratteristiche di pericolosità:

  • Esplosivo: sostanze e preparati che possono esplodere per effetto della fiamma o che sono sensibili agli urti e agli attriti;
  • Comburente: sostanze e preparati che, a contatto con altre sostanze, soprattutto se infiammabili, presentano una forte reazione esotermica;
  • Facilmente infiammabile: sostanze e preparati: liquidi il cui punto di infiammabilità è inferiore a 21°C (compresi i liquidi estremamente infiammabili), o che a contatto con l’aria, a temperatura ambiente e senza apporto di energia, possono riscaldarsi e infiammarsi, o solidi che possono facilmente infiammarsi per la rapida azione di una sorgente di accensione e che continuano a bruciare o a consumarsi anche dopo l’allontanamento della sorgente di accensione, o gassosi che si infiammano a contatto con l’aria a pressione normale, o che a contatto con l’acqua o l’aria umida, sprigionano gas facilmente infiammabili in quantità pericolose;
  • Infiammabile: sostanze e preparati liquidi il cui punto di infiammabilità è pari o superiore a 21°C e inferiore o pari a 55°C;
  • Irritante: sostanze e preparati non corrosivi il cui contatto immediato, prolungato o ripetuto con la pelle o le mucose può provocare una reazione infiammatoria;
  • Nocivo: sostanze e preparati che, per inalazione, ingestione o penetrazione cutanea, possono comportare rischi per la salute di gravità limitata;
  • Tossico: sostanze e preparati (comprese le sostanze e i preparati molto tossici) che, per inalazione, ingestione o penetrazione cutanea, possono comportare rischi per la salute gravi, acuti o cronici e anche la morte;
  • Cancerogeno: sostanze e preparati che, per inalazione, ingestione o penetrazione cutanea, possono produrre il cancro o aumentarne la frequenza;
  • Corrosivo: sostanze e preparati che, a contatto con tessuti vivi, possono esercitare su di essi un’azione distruttiva;
  • Infettivo: sostanze contenenti microrganismi vitali o loro tossine, conosciute o ritenute per buoni motivi come cause di malattie nell’uomo o in altri organismi viventi;
  • Mutageno: sostanze e preparati che, per inalazione, ingestione o penetrazione cutanea, possono produrre difetti genetici ereditari o aumentarne la frequenza;
  • Sensibilizzanti: sostanze e preparati che per inalazione o penetrazione cutanea, possono dar luogo a una reazione di ipersensibilizzazione per cui una successiva esposizione alla sostanza o al preparato produce effetti nefasti caratteristici;
  • Ecotossico: sostanze e preparati che presentano o possono presentare rischi immediati per uno o più comparti ambientali.

Nel caso di smaltimento rifiuti pericolosi, l’attenzione deve essere massima perché lo stoccaggio e il trasporto devono avvenire nel rispetto della normativa vigente che dispone in merito a stoccaggio, imballaggio ed etichettatura delle sostanze pericolose.

Smaltimento Rifiuti Liquidi e Fanghi

Le ditte autorizzate e a cui è stata conferita la certificazione per la gestione e lo smaltimento rifiuti, si occuperanno della raccolta, del trasporto secondo la normativa vigente (D.lgs 152/06 e successive modificazioni); e il conferimento all’impianto autorizzato per lo smaltimento o recupero del rifiuto liquido e solido.
Ecco alcuni dei rifiuti liquidi, non pericolosi, più comuni:

  • fanghi e liquami da manutenzione fognature
  • fanghi da autolavaggio
  • rifiuti contenenti olio
  • rifiuti derivanti dall’industria agroalimentare
  • rifiuti prodotti dall’attività di stampa
  • verniciatura
  • trattamento dei metalli
  • industria chimica

I rifiuti liquidi e fanghi che vengono ritirati possono essere o sfusi in vasche di raccolta o stoccati in contenitori appositi.

Volendo tenere il focus sugli argomenti legati allo spurgo Catania, parleremo dei vari utilizzi dei fanghi di depurazione.

Essi costituiscono il principale residuo dei trattamenti depurativi, soprattutto dei processi di sedimentazione (come lo spurgo fosse imhoff), ed in essi si concentrano gli inquinanti rimossi dalle acque reflue.

In poche parole, quando si depurano le acque reflue – ovvero gli scarichi – ciò che viene estratto consiste nei fanghi di depurazione, composto da tutte quelle sostanze, organiche ed inorganiche, che rendono le acque non utilizzabili.

Secondo l’articolo 74 del Dlgs 152/2006, le acque reflue si dividono in:

  • acque reflue urbane: il miscuglio di acque reflue domestiche, di acque reflue industriali e/o di quelle meteoriche di dilavamento convogliate in reti fognarie, anche separate e, provenienti da agglomerato;
  • acque reflue domestiche: acque reflue provenienti da insediamenti di tipo residenziale e da servizi e derivanti prevalentemente dal metabolismo umano e da attività domestiche;
  • acque reflue industriali: qualsiasi tipo di acque reflue provenienti da edifici o installazioni in cui si svolgono attività commerciali o di produzione di beni, intendendosi per tali anche quelle venute in contatto con sostanze o materiali, anche inquinanti, non connessi con le attività esercitate nello stabilimento;

I fanghi derivanti dal trattamento delle acque reflue sono sottoposti alla disciplina dei rifiuti, ove applicabile.
Pertanto ne è vietato lo smaltimento nelle acque superficiali dolci e salmastre, e laddove il loro reimpiego risulti appropriato, i fanghi devono essere riutilizzati, previo specifico trattamento.

Il trattamento dei fanghi di depurazione è un’operazione molto complessa e costosa, ma necessaria per contenere o eliminare i possibili effetti igienico sanitari, diversamente non sarebbe possibile un loro impiego.

A questo punto, i fanghi di depurazione, che hanno subito un adeguato trattamento, hanno due destinazioni:

  • recupero, per produrre energia tramite termovalorizzatori o nel settore agricolo, come fertilizzanti del suolo;
  • smaltimento, in discarica o in inceneritore, senza recupero di energia.

Smaltimento Rifiuti Ingombranti

Sintetizzando, secondo il Codice Europeo dei Rifiuti,i rifiuti ingombranti sono quei rifiuti per i quali non è previsto il conferimento in nessuna delle tipologie di raccolta differenziata disponibili.
Oltre alle dimensioni notevoli, un altro discriminante è la loro composizione: se, infatti, sono composti da materiali differenti, non possono essere gestiti tutti allo stesso modo.

Ecco alcuni esempi di rifiuti ingombranti:

  • armadi;
  • tavoli;
  • mobilio vario;
  • divani, poltrone, sedie;
  • reti e strutture dei letti;
  • giocattoli voluminosi;
  • lampadari;
  • biciclette;
  • zaini e valigie di grandi dimensioni.

E’ bene fare distinzione tra i rifiuti ingombranti e i cosiddetti RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), di cui parleremo dopo, alcuni RAEE , infatti, vengono assimilati agli ingombranti per via delle dimensioni (frigoriferi, lavatrici), ma l’iter di smaltimento rifiuti è assolutamente differente.

Il conferimento dei rifiuti ingombranti non può avvenire tramite il normale servizio di raccolta differenziata, pertanto vi sono due soluzioni:

  1. Si trasporta il rifiuto presso l’isola ecologica del proprio comune, attenendosi al regolamento interno.
    Infatti, quasi sempre c’è un limite massimo di prodotti che possono essere conferiti su base giornaliera. Consigliamo, pertanto, di chiedere informazioni sul sito del proprio Comune;
  2. In moltissimi comuni è disponibile anche un servizio di raccolta gratuita a domicilio, su prenotazione.

Lo smaltimento rifiuti ingombranti sarà poi affidato a specifiche ditte, le quali si occuperanno dello smembramento del rifiuto, tenendo conto dei vari materiali che lo compongono e divideranno il materiale da riciclo, dal materiale di scarto.

Smaltimento Rifiuti Elettronici

Una categoria di rifiuti molto diffusa e, purtroppo, non facile da smaltire è quella delle apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE). Quando decidiamo di gettare un elettrodomestico o anche un vecchio neon, produciamo un rifiuto. Nello specifico, un RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche).

A partire dal 15 agosto 2018 vige una nuova categorizzazione degli AEE, prevista dalla Direttiva Europea 2012/19/CE e dal D. Lgs. 49/2014, che inquadra 6 categorie di AEE:

  1. Apparecchiature per lo scambio di temperatura: frigoriferi, climatizzatori ecc..;
  2. Schermi, monitor ed apparecchiature dotate di schermi con una superficie superiore a 100 cm2: TV, Laptop ecc…;
  3. Lampade: led, tubi fluorescenti;
  4. Apparecchiature di grandi dimensioni (con almeno una dimensione esterna superiore a 50 cm): Lavatrici, grandi stampanti, ecc…;
  5. Apparecchiature di piccole dimensioni (con nessuna dimensione esterna superiore a 50 cm): Aspirapolvere, forni a microonde, ecc…;
  6. Piccole apparecchiature informatiche e per telecomunicazioni (con nessuna dimensione esterna superiore a 50 cm): Pc, telefoni cellulari, ecc…

Queste categorie di AEE quando vanno smaltiti diventano RAEE.

I RAEE si dividono in due categorie, in base alla loro origine:

  1. RAEE domestici: originati da nuclei domestici;
  2. RAEE professionali: prodotti da attività commerciali, industriali, istituzionali e di altro tipo.

Ecco come avviene lo smaltimento rifiuti elettronici.
I RAEE domestici seguono una gestione simile a quella prevista per i rifiuti urbani di grandi dimensioni.

Il Comune, quindi, si occupa della raccolta attraverso un apposito centro in cui recarsi per depositare il proprio apparecchio da smaltire.

Unitamente al centro di raccolta comunale, vi un sistema cooperativo composto da produttori e associazioni di categoria, che provvedono al trasporto e al recupero dei materiali.

Inoltre, i consumatori possono consegnare, gratuitamente, i RAEE al momento dell’acquisto di una nuova apparecchiatura analoga o, in alcuni casi, senza acquistare nessun nuovo prodotto, in base al cosiddetto “uno contro zero”, in caso di dispositivi di dimensioni inferiori ai 25 cm.

Per ciò che concerne i RAEE professionali, invece, vige un sistema diverso, che li divide in due sottocategorie:

  • RAEE storici, prodotti prima del 31-12-2001, smaltiti senza una loro sostituzione con una apparecchiatura analoga di nuova generazione. In questo caso, sarà il possessore del RAEE ad accollarsi gli oneri delle operazioni di trattamento;
  • RAEE non storici e RAEE storici sostituiti con nuove apparecchiature equivalenti: in questo caso è il produttore a doversi occupare della raccolta, del trasporto e del trattamento.

Smaltimento Rifiuti Sanitari

Lo smaltimento dei rifiuti sanitari in Italia è stato regolamentato dal DPR 254/03 allo scopo di tutelare l’ambiente, la salute pubblica ed effettuare dei controlli efficaci.

I rifiuti sanitari pericolosi possono essere infettivi o non infettivi.

Rientrano tra i rifiuti a rischio infettivo tutti quei rifiuti contaminati da liquidi biologici come sangue e secrezioni varie oppure quelli che provengono da ambienti e pazienti in isolamento infettivo: garze, guanti, cannule, drenaggi, cateteri, fleboclisi, mascherine. Altri rifiuti sono quelli contaminati da feci e urine infette, come i pannoloni. Inoltre comprendono anche i taglienti come aghi, lame e siringhe.

I rifiuti sanitari pericolosi infettivi devono essere smaltiti in appositi contenitori rigidi (halipack) al cui interno sia stato inserito un sacco ben agganciato.

Questa tipologia di rifiuti, per la natura infettiva, viene gestita da personale qualificato ed equipaggiato per maneggiare, per la sua e degli altri incolumità, correttamente questi rifiuti sanitari infettivi.

Essi vengono infatti recapitati in vari contenitori specifici per la natura fisica del rifiuto, rigidamente etichettate, trasportati e smaltiti da apposite ditte entro poche ore dalla loro raccolta.

I rifiuti sanitari pericolosi a rischio non infettivo  arrivano prevalentemente dai laboratori di analisi o di diagnosi (radiologia). Si tratta di liquidi come soluzioni acquose di lavaggio, miscele di solventi e reagenti scaduti. Oppure di materiali come amianto, lampade fluorescenti, batterie, sostanze contenenti mercurio quali termometri.

Anche qui si rispettano rigidi protocolli di sicurezza: equipaggiamento con doppi guanti e mascherina, raccolta in appositi contenitori ermetici, etichettatura e classificazione dei rifiuti. Prima che vengano ritirati da una ditta specializzata per lo smaltimento.

I rifiuti sanitari non pericolosi hanno una gestione simile a quella dei rifiuti domestici.
Anche se rispettano protocolli di igiene e sanità, non sono gestiti da ditte specializzate in smaltimento, ma solo dagli inservienti delle pulizie. Rientrano in questa categoria pannoloni, assorbenti, pannolini pediatrici non contaminati, indumenti e teli monouso, gessi ortopedici ecc…

Altri tipi di rifiuti che richiedono particolari modalità di smaltimento sono: farmaci scaduti o inutilizzabili, le sostanze psicotrope o stupefacenti, gli organi e le parti anatomiche non riconoscibili, i farmaci chemioterapici antiblastici.

  • Per i farmaci di scarto, indicare la dicitura “Farmaci scaduti” e consegnare al servizio di farmacia dell’ospedale;
  • per organi e parti anatomiche non riconoscibili bisogna adottare la procedura dei rifiuti pericolosi a rischio infettivo;
  • per i farmaci chemioterapici antiblastici eliminare in appositi contenitori con la dicitura ”rifiuti sanitari pericolosi medicinali citotossici e citostatici”.

Smaltimento Rifiuti Edili

La legge italiana considera lo smaltimento dei calcinacci e le macerie rifiuti speciali, poiché possono rivelarsi dannosi per l’ambiente e per la salute umana.

Per tale ragione devono essere smaltiti presso appositi impianti di recupero o siti di trasformazione. Ciò può rappresentare un problema, poiché la maggior parte dei lavori edili, soprattutto le opere di demolizione, che vengono effettuate nei cantieri, generano scarti più o meno ingombranti, che devono essere adeguatamente conferiti in aree autorizzate.

Infatti, lo smaltimento inadeguato dei rifiuti edili, ovvero dei materiali inerti, come parti di intonaco, cemento armato, laterizi, è considerato un reato, che può prevedere delle sanzioni penali, anche piuttosto consistenti.

É, dunque, necessario che tale operazione venga svolta da imprese che abbiano ottenuto l’autorizzazione allo smaltimento dei calcinacci e simili.

Inoltre, per il conferimento delle macerie e dei calcinacci ci si avvale di mezzi di trasporto appositamente destinati, in modo da evitare la dispersione di sostanze dannose.

Costo Smaltimento Rifiuti

Lo smaltimento rifiuti, oggi ancor più che in passato, rappresentano un argomento di grande interesse per le imprese, coinvolgendo una pluralità di problematiche strettamente connesse sia alla normale attività produttiva sia alla necessaria osservanza delle specifiche normative di legge.

In particolare, lo smaltimento rifiuti speciali è un aspetto della vita dell’impresa che, se trascurato, può comportare gravi danni economici, ecologici e, conseguentemente, d’immagine.

Ecco perché affidandosi a ditte specializzate, in base al tipo di smaltimento rifiuti, è possibile avere oltre a dei costi su misura ed efficienza e precisione.

Tassa Smaltimento Rifiuti

La tassa sui rifiuti (TARI) è il tributo destinato a finanziare i costi relativi al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti ed è dovuta da chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte suscettibili di produrre i rifiuti stessi.

Il tributo è corrisposto in base a tariffa riferita all’anno solare e commisurata tenendo conto dei criteri determinati.

In alternativa a tale metodo, il comune, nel rispetto del principio comunitario “chi inquina paga”, può ripartire i costi tenendo conto delle quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per unità di superficie in relazione agli usi e alla tipologia delle attività svolte nonché al costo del servizio sui rifiuti.

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